Trento, 8 luglio 2008
L’INVITO A GUARDARE LONTANO
Il profeta tra gli stupidi
dal Corriere del Trentino
di martedì 8 luglio 2008
Al Teatro Cuminetti di Trento, pochi giorni fa, è andato in scena lo spettacolo «Alex Langer: profeta tra gli stupidi» che la compagnia Teatro di Bamps ha elaborato non già per tracciare la biografia del politico altoatesino, bensì per mettere Langer in relazione con il nostro mondo.
Andrea Brunello, unico attore in scena nei panni di Italo, macellaio che si interroga sul senso della propria esistenza, spiega chi sono gli stupidi riprendendo la famosa nozione elaborata dallo storico dell’economia Carlo Cipolla (nel libro «Allegro ma non troppo», Il Mulino, 1988): «Una persona stupida è chi causa un danno a un’altra persona o gruppo di persone senza nel contempo realizzare alcun vantaggio per sè o addirittura subendo una perdita». Non è forse stupido saccheggiare le risorse ambientali senza che derivi un reale vantaggio per noi e comunque con grave pregiudizio per i nostri discendenti?
Il termine profeta, invece, viene fatto coincidere con la capacità di guardare lontano, così da riuscire a vedere molto più in là di quanto di primo acchito si è portati a fare. E proprio di lungimiranza che si avverte la mancanza. Un esempio per tutti: oggi malintesi interessi nazionali sembrano mettere in crisi la stessa edificazione europea, ma così facendo si dimentica che chi ha tracciato quel disegno, ormai più di 50 anni fa, ha creato la cornice che ha consentito all’Europa di prosperare senza guerre sul proprio territorio come mai è avvenuto nella storia. Ecco perché è fondamentale puntare a obiettivi importanti e stabili senza accontentarsi del vantaggio immediato della singola mossa e senza fermarsi di fronte alle difficoltà che caratterizzano il percorso proprio delle mete ambiziose.
Se ne condividano o no le idee, ciò che colpisce dell’impegno di Langer (pacifismo, ambientalismo, costruzione europea, convivenza interetnica, rapporto nord-sud del mondo) è la sua capacità straordinaria di guardare le cose dal punto di vista delle foglie, sapendo che se si vuol capire il osco si deve dare un senso a tutti gli alberi.
Il fatto è che per guardare lontano occorre elevarsi: cercare orizzonti più ampi, superare gli steccati, i confini, il “noi e voi”. Si finisce così per vivere all’incrocio dei venti con il rischio di restare bruciati vivi. Nessuno può dire se questa fosse la sensazione avvertita da Langer ai piedi dell’albero di Pian dei Giullari il 3 luglio 1995 tanto da giustificare la frase «Così me ne vado più disperato che mai». Ma probabilmente l’invito a guardare lontano è ciò che si può leggere nella frase successiva: «Non siate tristi, continuate in ciò che era giusto». |
Trento, 6 luglio 2008
Alex e quel grido
nel vuoto
Applausi per Andrea Brunello, che ha raccontato con rabbia l’attualità di Langer in «Profeta tra gli stupidi»
Al teatro «Cuminetti» di Trento il debutto nazionale dello spettacolo dedicato al politico sudtirolese
da l’Adige di domenica 6 luglio 2008
Ha dedicato la vita a un impegno che ha attraversato tutte le tappe della militanza politica, dalle cariche locali al Parlamento europeo. È stato tra i fondatori dei Verdi come forza nonviolenta e trasversale, in dialogo con la società civile non meno che con le istituzioni. Eppure non riesce facile parlare di Alexander Langer come di un uomo politico. Per la sua rara ispirazione intellettuale e morale, capace di vedere lontano nelle dinamiche della convivenza e nelle minacce ambientali, si è fatto piuttosto riferimento alla profezia.
Ad «Alexander Langer. Profeta tra gli stupidi» è dedicata la nuova produzione della compagnia Teatro di Bambs con il supporto della Provincia di Trento. Lo spettacolo di Andrea Brunello e Mirko Artuso ha debuttato ufficialmente lo scorso giovedì 3 luglio, nel tredicesimo anniversario della morte di Alex, all’interno della manifestazione «Euromediterranea» organizzata dalla Fondazione Langer di Bolzano.
Nell’occasione Brunello è tornato a calcare il palco del «Cuminetti» di Trento, già scelto per una prova aperta che aveva coinvolto i tanti amici di Langer in una serata ricca di ricordi e di pensieri.
Anche questa volta un pubblico partecipe e generoso di applausi ha stipato la sala per condividere un percorso che conferma l’attualità bruciante dell’esperienza di Alexander.
Sono trascorsi tredici anni dal suo suicidio nel ritiro di Pian dei Giullari vicino Firenze. I suoi scritti, tuttavia, conservano intatta la capacità di mettere a nudo le grandi bugie e i luoghi comuni propagati dai media e dai comportamenti di massa.
Nell’interpretazione di Teatro di Bambs questa gabbia di superficialità e pregiudizi ha preso corpo nello spazio angusto di un cortile retato. Lo spettacolo, oggi più asciutto e concentrato, fa rivivere la vicenda di Langer attraverso il dramma personale di un uomo che di quell’eredità scopre il fardello di verità inascoltate.
Con la regia di Artuso, Brunello ha urlato la rabbia impotente di Italo sul sensibile filo musicale di un vecchio stereo a cassette. Il contrappunto tranquillo del razzolio di una gallina ha accompagnato il suo viaggio nella nostra inguaribile stupidità.
Moltiplicando l’immagine del volto di Langer un’infilzata di articoli di giornali ha disegnato il peso insostenibile di un’abnegazione senza riserve. Rimane l’ombra di un albero di albicocco a ricordare che non si predica nella terra degli stupidi. Perché gli stupidi possono vivere solo così: senza speranza. |
Trento, 5 luglio 2008
Langer,
l'utopia contro gli stupidi
dal Trentino di sabato 5 luglio 2008
Inquieto, aggressivo, affranto e disperato. Al debutto in un teatro Cuminetti quasi pieno (giovedì sera), «Alexander Langer profeta tra gli stupidi» inizia come un ingranaggio che deve trovare il ritmo, ma si mette in moto presto, accelera, esplode nel ricordo vivo dell’ambasciatore verde, del pacifista, dell’altoatesino che credeva nell’Europa dei popoli e si suicidò 13 anni fa, impiccato a un albero delle colline toscane. Non è una biografia quella proposta dall’attore Andrea Brunello, piuttosto è la spiegazione di una morte venuta dopo una vita meravigliosa e fallita, perché «è inutile predicare agli stupidi, dato che gli stupidi vivono senza speranza».
Brunello non interpreta Langer. Nel lavoro costruito con Mirko Artuso, Brunello è Italo, macellaio figlio di generazioni di macellai, che un giorno si accorge di un rumore imprigionato in testa da chissà quando, da sempre: gli dice che c’è qualcosa di sbagliato in un mondo che si autodistrugge, nella gente che sorride nei centri commerciali, mentre il futuro viene bruciato da effetto serra, individualismo cronico e crisi del petrolio. Così, Italo prende il coltello con cui taglia la carne e prova a tagliarsi le vene. Se non ce la fa, è solo un fallimento che si aggiunge a quelli di un mestiere senza più senso, di un matrimonio arido, di un cittadino isolato. La solitudine che fu Langer, zavorrato sul patibolo da un’accusa paradossale: Jacques Chirac, uno dei padroni d’Europa, che gli dice che non si può fare, non si può liberare Sarajevo con un corpo di pace e che lui, Langer, a suggerire una cosa del genere è un guerrafondaio.
Brunello e Artuso sapevano di fare i conti con l’utopia e con la delusione che colpisce chi dichiara tanto e in buona fede stringe un pugno di sabbia. Ma l’utopia è il destino dei pochi che si innalzano sopra gli stupidi, rispondono attore e regista, è la soluzione giusta abortita solo perché non ci sono abbastanza uomini con il cuore e la forza di realizzarla. Tra i profeti inascoltati, Italo affianca a Langer San Francesco e don Milani. A Italo, invece, fa compagnia solo una gallina. Lui e la gallina sono due moti perpetui dentro un pollaio autentico (recinto, pali, segatura per terra) ritagliato in mezzo al palcoscenico. L’ormai ex macellaio ha solo lei come interlocutore di profezie su una pace malata e uno sviluppo sostenibile che è una bella espressione e basta. Meno stupida la gallina di tanti galleggianti umani che vivono a sprazzi di qualunquismo e pregiudizi, ma «Profeta tra gli stupidi» non infierisce sul popolo della Ruota della fortuna. Piange Langer, il «viaggiatore leggero» appesantito da un filotto di sconfitte, e dice che la gallina è fortunata, perché Italo si è perso, si è “innamorato” di Langer, insomma ha smarrito la mano e non sa più spennarla come avrebbe fatto una volta.
La gestualità di Brunello, ossessiva nel chiedere la ragione per cui Langer non è stato capito, perde via via il peso della ripetizione e diventa energia diffusa. La voce ad alto volume non è un modo di sfogarsi, ma di chiamare in causa ed è più efficace di ogni narrazione meditativa, introspettiva. La strada giusta per un monologo che testimonia più che raccontare e onora il fabbricante di utopie con una propria utopia: se un qualunque Italo l’ha fatto, allora tutti potrebbero ribellarsi al declino del pianeta. Intanto, Italo ha inchiodato sul muro del pollaio gli articoli che descrissero il suicidio di Langer: uno accanto all’altro formano la sagoma di un patibolo in contrasto con la linea di un albero. Intanto, Langer è morto e Italo se ne sta impalato nel bianco delle luci, davanti agli applausi, a ricordarlo. |
Trento, 3 luglio 2008
A Trento stasera va in scena la pace straziata
di Alexander Langer
dal Trentino di giovedì 3 luglio 2008
Dopo la prova aperta di aprile, stasera debutta a Trento il monologo dedicato a Alex Langer «Profeta tra gli stupidi» al teatro Cuminetti del Centro Santa Chiara, alle ore 20.30. E’ ancora l’attore Andrea Brunello, che ha già dato prova di sapersi cimentare con il teatro civile in «Sloi Machine» (la denuncia della fabbrica dei veleni) a proporre questo lavoro che vuole essere uno spunto di riflessione sul presente, partendo dalla figura del politico altoatesino, suicidatosi nel 1995, a Pian dei Giullari, a Firenze.
Con la drammaturgia di Andrea Brunello e Mirko Artuso, l’interpretazione dello stesso Brunello, la regia e le scene di Mirko Artuso e il disegno luci di Paolo Dorigatti, il lavoro vuole mettere in relazione Langer con il nostro mondo e, per farlo, ha chiesto anche il contributo degli spettatori che l’hanno visitato nella prova aperta. Abbiamo chiesto ad Andrea Brunello come è cambiato lo spettacolo da allora. «Lo spettacolo è maturato - risponde Brunello - e credo che dopo tante prove, sia cresciuto molto: è inevitabile, è successo anche in “Sloi Machine”. Si tratta di monologhi dove mi metto in relazione con il pubblico e dove cambio di conseguenza il mio modo di affrontare il testo».
Brunello ha dichiarato di non avere come obiettivo una celebrazione di Langer, piuttosto il suo pensiero può essere una chiave di lettura del presente. «Non vogliamo fare di Langer un santo - spiega - ma ci interessa mettere in evidenza come lui sia riuscito a sviluppare una sensibilità fuori dal comune, che ci permette ora di capire i nostri tempi complessi». «Per questo Langer - aggiunge l’attore - può essere definito un profeta, perché aveva capito prima del tempo che non si può parlare di sviluppo sostenibile, ma di conversione ecologica, che il pacifismo rinunciatario non serve, ma è necessario intervenire per aiutare i più deboli. In questo senso le sue idee sono più che mai attuali. E noi le faremo emergere attraverso le figure che hanno contato per lui, come don Milani e San Francesco».
Uno spettacolo contagiato di pessimismo, aveva premesso Brunello ancora in fase di costruzione, perché «essere ottimisti oggi non è realistico e non è intelligente: la realtà non funziona e, semmai, è il momento di agire». Langer segnalò delle vie di intervento, sfumate nei contorni dell’utopia, della distanza. Anche quella morte, osservava Brunello, «arrivò all’apice di una delusione». A Trento, stasera, lo spettacolo è gratuito, quindi è meglio arrivare in teatro per tempo. Lo spettacolo sarà quindi presentato a Padova, Città di Castello, Faenza. Nessuna richiesta, invece (ma forse non è casuale) da parte dei teatri altoatesini. |
Trento, 3 luglio 2008
La parola profetica
di Alex Langer
da l’Adige di giovedì 3 luglio 2008
«Alexander Langer. Profeta tra gli stupidi», lo spettacolo scritto da Andrea Brunello e Mirko Artuso, debutta questa sera, al Teatro Cuminetti di Trento, nel giorno del tredicesimo anniversario della scomparsa dell'ecologista sudtirolese. In scena ci sarà Andrea Brunello, mentre la regia è di Mirco Artuso; la produzione, con il sostegno della Provincia di Trento, è della compagnia Teatro di Bambs. Langer, nato nel 1946 a Vipiteno, esponente di Lotta continua negli anni '70, ha promosso strenuamente - anche da europarlamentare - la pace, i diritti umani e il rispetto per la natura.
«Questo lavoro - spiegano gli autori - non vuole essere una biografia di Alexander Langer e tantomeno una sua celebrazione. Ci importa piuttosto indicare la sua figura di moderno profeta che - purtroppo inutilmente - ci ha indicato una strada tanto scomoda quanto necessaria. Alexander Langer fu un vero profeta dei giorni nostri, l'anima del pacifismo europeo e del movimento ambientalista, profondo filosofo e conoscitore del mondo. Il suo suicidio (a Pian dei Giullari vicino a Firenze, il 3 luglio 1995) appeso ad un albero di albicocco, ancora oggi ci lascia sgomenti.
Come lui, anche il protagonista dello spettacolo sa bene cosa sia il suicidio, perché egli stesso lo ha vissuto sulla sua pelle, quindi lo analizza fino alla comprensione che il suicidio di Alexander nasconde una profonda verità sul mondo». Sul palco la parola profetica di Langer fissa le coordinate della sua scomoda differenza. «Ci sono persone che vedono un po' più in là, ma non vengono mai credute».
Dall'invito alla conversione ecologica al fallimento del pacifismo nei Balcani, il suo pensiero vola alto sopra la gabbia della mediocrità. Il monologo teatrale (ingresso gratuito) si inserisce nell'ambito di «Euromediterranea 2008, un villaggio oltre i muri», la kermesse promossa dalla fondazione Alexander Langer di Bolzano. |